Così Il Prefetto Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, ha esordito al termine della sua relazione conclusiva degli Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile, il 15 aprile 2012 a Roma visibilmente commosso e tra lo stupore generale. Ha preso la parola per mettere ancora una volta in risalto i valori portanti dell'attività del volontariato in Italia: il senso delle istituzioni e l'appartenenza alla comunità nazionale, l'altruismo e la generosità delle azioni, il coraggio e il senso di solidarietà umana, la preparazione e il desiderio invincibile della crescita e del miglioramento individuale.

È stata una toccante sorpresa, per gli acropolitani come per tutti gli altri volontari presenti all’evento, sentirlo leggere la lettera inviatagli dal nostro Francesco F., volontario di Nuova Acropoli dell’Aquila, segnato anch’egli personalmente dal dramma che ha sconvolto il territorio dell’Abruzzo. 

 

Francesco non ha scritto per sé o per la sua famiglia colpita da gravi lutti, ma si è voluto rivolgere al Capo Dipartimento, in questa particolare circostanza degli Stati Generali del Volontariato, per chiedere un riconoscimento per colui che ha fatto tanto bene come volontario “che non gli basterebbero tre anni per raccontarlo”.

Possiamo unirci al suo ricordo ed alla sua testimonianza per confermare a gran voce il valore  di un volontario esemplare, che ha dato vita alla Protezione Civile di Nuova Acropoli in Italia, esportandone il modello in tutto il mondo: Sandro Spagnoli.

Discorso integrale:

Vorrei chiudere questa tre giorni non scomodando filosofi americani o frasi ad effetto, ma leggendovi una mail. Sapete che in questi giorni, in previsione degli Stati Generali del Volontariato, il nostro sito è stato aperto al contributo di tutti, ed anche questo è stato un esercizio di democrazia, un esercizio di trasparenza e , tra le tante cose, è arrivata la mail di questa persona.

Con questa persona la sorte non è stata benigna, un terremotato aquilano, che oltre ad aver perduto una parte della famiglia, oggi si è fatto carico di un’altra parte della famiglia che è restata, tra mille difficoltà, problemi con il lavoro. Una persona che ti aspetteresti dovesse parlar d’altro ed invece si è sentito in dovere di scrivere quello che vi leggerò e che credo sia il modo migliore al di là delle tante possibili chiusure ad effetto, credo che questo sia il modo migliore perché, come si usa dire, è carne ed è sangue del volontariato di Protezione Civile.

“Salve, le scrivo adesso, non come Francesco, ma come volontario della Protezione Civile. Sono entrato nella Protezione Civile che avevo 17 anni e tanta voglia di cambiare il mondo e forse un po’ l’ho cambiato. Sono partito da me stesso cercando di limare i miei difetti e di portare avanti ed insegnare valori come la generosità, l’altruismo, il senso di responsabilità. Ho lavorato in questi anni insieme a persone eccezionali ed insieme condividevamo le medesime idee.

Nel 1997, il 14 dicembre, mi sposavo con Daniela. Il 19 siamo partiti in viaggio di nozze in Umbria. Posso quasi dire che la prima notte di nozze l’ho passata dormendo in una roulotte a Foligno insieme a Sandro Spagnoli, il mio responsabile, mio e di altri 35 volontari lì presenti.

E’ proprio per questo che le scrivo, per Sandro, che mi è stato fratello maggiore per più di 25 anni ed ho imparato da lui come si monta una tenda o  come si prepara un campo, mi ha portato con lui in molte delle emergenze nazionali ed internazionali. In ogni incendio che colpiva l’Abruzzo era il primo a partire e l’ultimo a rientrare.Ha collaborato con diverse istituzioni, fu chiamato come Disaster Manager a tenere lezioni all’Università a Roma. In ogni situazione di pericolo la Regione Abruzzo lo chiamava perché dava sicurezza e capacità nella gestione dell’evento. In Molise fu lui a convincere l’allora Assessore alla Protezione Civile, De Matteis, ad organizzare una colonna mobile e partimmo dopo tre ore dalla chiamata.

Ha avvicinato centinaia di ragazzi aquilani alla Protezione Civile e tutt’ora la città lo ricorda con affetto e coscienza di aver perso uno dei migliori aquilani. A lui è stata intitolata la sala del Consiglio Regionale “Aula Sandro Spagnoli”.

Adesso arrivo al dunque, altrimenti non mi basterebbero altri tre anni per dirle quanto bene ha fatto Sandro come volontario. Quello che le chiedo è un riconoscimento ufficiale della Protezione Civile per un uomo che ha dato la vita per ciò in cui credeva. Non so bene in che forma, una medaglia o altro che sia poi consegnata alla sorella, che tutt’ora dirige Nuova Acropoli a livello Nazionale.

Se ciò fosse possibile da consegnare all’inaugurazione del Campo Scuola di Protezione Civile che si tiene ogni anno da circa 28 anni a L’Aquila, la prima settimana di agosto”.

“Non sono venuto al mondo per fare ciò che voglio io, ma per fare ciò che vuole colui che mi ha mandato” dalla Regola di San Benedetto: questa era la frase che mi ripeteva sempre in ogni attività Sandro Spagnoli, deceduto il 6 aprile 2009 insieme alla figlia ventenne Flavia Spagnoli”.