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Diario dal 20 al 25 giugno
Man mano che passano i giorni il nostro lavoro continua e va sempre migliorando come se stessimo prendendo il ritmo di questa terra. Stiamo imparando alcune parole in Indonesiano e riusciamo a stabilire una forma di comunicazione: ciao, addio, grazie, ma soprattutto a livello medico: quanti anni hai, dove ti duole, sei caduto?

Può darsi che il dolore non sia solo veicolo di coscienza, ma anche una forma di unione.
Tentare di alleviare il dolore ci fa sentire più vicini a chi soffre.
Per quanto riguarda il lavoro di ricostruzione prosegue secondo i piani, non sono mancati i problemi tecnici a causa di qualche danno più grave del previsto.


Sono stati ultimati i lavori di muratura di un’aula e stiamo cominciando a dipingerla.
Gli operai indonesiani, che collaborano con noi, si stanno impegnando molto perché hanno capito che il loro lavoro influenzerà il futuro dei loro bambini, in molti casi dei propri figli.

Così arriviamo con questa cronaca ai bambini, i veri protagonisti di questa storia, di questa missione, essi sono il sogno di un paese punito dalla natura, un vulcano in eruzione, un terremoto e ora infine, le inondazioni.

Tutte le mattine ci aspettano e ci offrono i loro sorrisi e i loro giochi. I loro disegni ritraggono la realtà che vivono con la loro ottica di bambini.

Il 25 giugno abbiamo scelto, tra i 30 muratori che hanno finora lavorato con noi, una squadra di 12 persone per portare avanti i lavori fino al completamento della scuola. La supervisione è affidata al direttore, con il quale abbiamo firmato un impegno ufficiale di concludere l'opera utilizzando i fondi da noi lasciati.

Nella prima aula, completamente restaurata, abbiamo svolto una cerimonia di inaugurazione alla presenza di bimbi e professori.

Ai bimbi della prima classe abbiamo consegnato uno zainetto con dentro materiale di cancelleria. Per tutti gli altri la consegna verrà effettuata in seguito dagli insegnanti.
