Secondo comunicato stampa

Lunedì 14 Novembre alle ore 8,30 la squadra di Nuova Acropoli raggiungeva il sito operativo di GARHI DOPATTA e dopo aver preso contatto con l’ufficiale responsabile del campo, la squadra si divideva in due equipe: l’equipe medica che iniziava il proprio lavoro presso l’ospedale da campo della Croce Rossa Pakistana, e l’equipe tecnica che a bordo di un mezzo militare raggiungeva la zona del disastro di HATIAN DOPATTA dove l’8 ottobre, a causa del tremendo sisma, avevano perso la vita ben 70 persone.

Lo scenario agli occhi dell’equipe tecnica era drammatico in quanto il piccolo centro non aveva più la propria conformazione urbana, ma si presentava come una enorme distesa di macerie e detriti che facevano capire quanto era stato violento il sima.

Dopo aver preparato per l’uso gli strumenti tecnici e l’ufficiale militare ci spiegava il lavoro urgente da compiere, si è iniziato a lavorare per ripristinare la strada principale del piccolo centro.

Un militare lasciatoci di guardia sorvegliava la nostra incolumità e gli strumenti ed i materiali acquistati all’uopo nella città di Rawalpindi per l’operatività dell’intera squadra.

Il lavoro si è basato essenzialmente sulla demolizione di solai e tetti che avevano invaso la strada principale di HATIAN DOPATTA e ci sono volute ben 8 ore per portare a completamento il lavoro assegnatoci prima che le ruspe intervenissero per la rimozione delle macerie.

Una breve pausa pranzo, una riunione per fare il punto della situazione e poi si è tornati a lavorare fino al completamento dell’opera.

Alle ore 18.00, come da accordi presi con il sottotenente Ammarat, un mezzo militare tornava a prelevarci dal sito operativo e ci riportava al campo militare.

Nel frattempo sopraggiungeva anche l’equipe medica, guidata dal Dott. Ercole De Santis, che aveva trascorso la giornata realizzando ben 40 visite e partecipando ad un intervento chirurgico ambulatoriale. I pazienti, raccontava il dott. De Santis, presentavano diverse patologie sia legate all’evento calamitoso, sia alle carenti condizioni igieniche in cui perversa la popolazione pakistana che abita quei luoghi montani del Kachemire.

Una piccola riunione conclusiva, stabilito il programma per il giorno successivo, si ripartiva alla volta di Murree soddisfatti del lavoro svolto nella giornata.

La cordialità dei militari, che dirigono tutte le operazioni di soccorso per i terremotati, dei medici e paramedici che lavorano nei campi allestiti a tal fine,e anche della gente comune nei nostri confronti denota una ospitalità unica ed anche la forte necessità di poter trasmettere a qualcuno una triste esperienza vissuta. Questo anche perché gli aiuti internazionali, seppure arrivati, sono stati di modesta entità, come denuncia la stampa pachistana.