Escursione in grotta al "Buso della Rana"

Domenica 11 aprile 2004, la filiale di Verona ha organizzato un’escursione speleologica alla grotta “Buso della Rana” di Monte di Malo, in provincia di Vicenza. Molti dei partecipanti non avevano mai fatto un’esperienza del genere, così, sentendo le loro impressioni e ascoltando i vari commenti, si è pensato di raccontare questa avventura dal loro punto di vista.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

 

“La nostra giornata è cominciata la mattina presto, quando siamo partiti verso le 7.30 da Verona per raggiungere la grotta intorno alle 9.00. Della filiale di Verona di Nuova Acropoli eravamo 11 persone, ma per fare questa nuova esperienza siamo stati accompagnati da alcuni componenti del gruppo speleologico del CAI di Verona, che conoscendo bene la grotta ci hanno guidato all’interno con sicurezza e raccontandoci vari aneddoti.

La grotta si è mostrata a noi in tutta la sua bellezza, dalle stalattiti e stalagmiti formatesi da singole gocce in decine di anni, alle zone in cui i calcari formano figure simili a drappeggi di tende, alle rocce ora ruvide ora umide e levigate dall’acqua, e sì, perché questa è la sua caratteristica principale: la grotta ha molti anfratti, bacini i cunicoli pieni d’acqua!

L’attrezzatura che ogni “provetto speleologo” doveva avere con sé per poter entrare in tutta sicurezza nel “Buso” consisteva in: tuta da lavoro, imbraco da arrampicata, longe con moschettoni, casco con fiammella e luce elettrica di emergenza…. <Ma cosa dobbiamo fare vestiti in questo modo?> ci siamo chiesti all’entrata della grotta. La risposta l’abbiamo ottenuta sin dai primi passi all’interno. La grotta si presentava molto varia anche nei percorsi: subito abbiamo affrontato una strettoia dove si doveva strisciare per passare dall’altra parte, mentre alla nostra destra un piccolo torrente ci lambiva la tuta; c’era anche una ferrata dove si diventa equilibristi camminando per un passaggio attrezzato con pioli fissati nella parete, e altri passaggi dove bisognava chinarsi o inerpicarsi su salite, o salire per una scala fissa alta 10-<?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" />15 metri con corde e moschettoni per una maggiore sicurezza… insomma, è stata tutta una scoperta!

Poi tutti insieme abbiamo pranzato prima di tornare verso l’uscita; abbiamo assaporato così il silenzio scandito solo dallo stillicidio dell’acqua, ed inoltre spegnendo la nostra fonte di luce, le fiammelle, siamo rimasti nel buio assoluto.

Sulla via del ritorno ci siamo divisi in due gruppi, il primo ha ripercorso la strada dell’andata, il secondo la via cosiddetta delle “marmitte” dove c’era tantissima acqua!!

E che fredda!! Ci siamo bagnati un po’.

Siamo usciti dalla grotta sporchi, bagnati, ma contenti di come la Terra e la natura si mostrino a noi sotto le forme più svariate e affascinanti.

Noi abbiamo “scoperto” questa forma e ci è piaciuto molto.